Nell'Agosto 2008 lo Speleo Club Chieti si è messo in prima linea per la sistemazione dei locali del Rifugio Manzini, importantissimo punto di ricovero per gli escursionisti situato a 2523 metri ai piedi di Monte Amaro (Parco Nazionela della Majella).
Coerentemente con quanto concordato con il Comune di Fara San Martino, nelle giornate dell'annuale campo speleologico e in quelle precedenti, sono state impiegate molte delle risorse a disposizione in termini di personale e di tempo per la risistemazione dello stabile. La decisione di prendersi carico di tali oneri è nata tanto dalla necessità di usufruire di un locale funzionale ed accogliente ai fini dello svolgimento del campo speleologico, quanto dalla volontà di restituire alla montagna e ai suoi visitatori una struttura indubbiamente di grande fascino e indiscussa utilità. Si ricorda infatti che il rifugio Manzini ha subito anni di degrado per cause naturali e soprattutto per l’incuria di alcuni escursionisti che hanno portato all’inesorabile disfacimento di importanti componenti della struttura.
Alcune immagini del Rifugio Manzini prima della realizzazione dei lavori
Tra i partecipanti al campo si sono proposti dei volontari con le opportune competenze e capacità, anche sulla base dell’ambito lavorativo. Questi si sono occupati della individuazione dei danni e della priorità degli interventi, della scelta dei materiali e infine della messa in opera dei singoli lavori.
Gli interventi apportati alla struttura sono stati ovviamente in precedenza comunicati, valutati e approvati dalla amministrazione comunale di Fara San Martino e dall’Ente Parco. I materiali impiegati sono stati forniti o acquistati con il contributo del Comune di Fara San Martino, per un totale di 11 quintali, e successivamente elitrasportati con i mezzi aerei del Corpo Forestale dello Stato.
Elitrasporto materiali con i mezzi aerei del Corpo Forestale dello Stato
Gli interventi apportati alla struttura possono essere così sintetizzati:
- installazione nuova pompa e serbatoio in polietilene con annessa struttura di supporto;
- risistemazione impianto idraulico;
- dismissione serbatoio in eternit;
- installazione di pannelli fotovoltaici e accumulatori e realizzazione dell’impianto elettrico e di illuminazione a 12V;
- risistemazione dei danni alle strutture murarie interne e degli infissi nel locale invernale;
- realizzazione di una struttura removibile realizzata con tubi di acciaio e tavole di legno per l’ottenimento di circa venti posti letto nel locale invernale;
Divisorio in legno all’ingresso dei locali invernali
- sistemazione di panche, tavole, scaffali e altro mobilio;
Altri interventi ritenuti urgenti da segnalare riguardano la sistemazione definitiva del tetto del rifugio. A causa degli agenti atmosferici intensi, infatti, risultano mancare molti pannelli in lamiera di copertura con il conseguente rapido degrado delle tavole di legno sottostanti. Il rischio in caso di ritardo degli interventi di manutenzione è che possa rapidamente sopraggiungere il degrado localizzato delle travi (gia in essere), ovvero della struttura portante della copertura, oltre all’ulteriore smantellamento delle componenti più esterne.
Tale lavoro di manutenzione consisterebbe nella sostituzione delle tavole di legno già rovinate e nella fornitura e posa in opera della guaina isolante protettiva, oltre ovviamente alla aggiunta dei panelli mancanti.
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