Non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta.

(Thomas Stearns Eliot)



lunedì 27 febbraio 2012

SPELEOLOGIA… QUESTA SCONOSCIUTA

di Gianluca Cassano


Si avvicinano le date del corso di quest’anno ed è facile che qualche curioso possa cercare qualche informazione in più sulle pagine del nostro sito. La tentazione è quella di iniziarne a parlare come si fa in ogni sede ufficiale, con parole eleganti e pompose, come se fossimo ad una conferenza. Mi metto invece nei panni di chi non ne sa nulla, com’ero anche io qualche anno fa e cerco di partire da quelle semplici e banali domande che io ho fatto e che la maggior parte degli speleologi si sentono rivolgere da tutti i loro conoscenti.


SPELEOLOGIA: è una parola ben strana, piuttosto difficile da pronunciare. Io per esempio ero convinto che, come la maggior parte di quelle parole complicate che finiscono con “-logia”, fosse qualcosa che richiedesse degli studi universitari, qualcosa di veramente complicato che richiedesse montagne di tempo piegato nuovamente sui libri, stress per gli esami, tasse da pagare, ecc. No, la cosa è molto più semplice. Si tratta di grotte. Di andare a visitarle, di esplorarle, di studiarle. Molto più semplice di ogni definizione che si può trovare in rete.


Da qui in poi le domande che ci vengono rivolte sono sempre le stesse, quindi tanto vale rispondere subito:


-Ma non è troppo buio laggiù?-


Certo, ma ci si muove con le luci. Nelle nostre case, quando manca la corrente è esattamente la stessa cosa


-Ma c’è l’aria?-


Quella non manca mai, anzi. Spesso ce n’è anche troppa. Così tanta da doversi coprire. L’unico posto dove l’ossigeno può scarseggiare, è nelle nostre camere da letto, quando ci alziamo la domenica a mezzogiorno dopo una nottata alcoolica


-Ma sarà pieno di animali pericolosi!!!-


Magari. In grotta non ci sono scorpioni, sanguisughe, serpenti, leoni o extraterrestri. Tutti questi signori restano fuori dalle grotte. Trovare qualche minuscolo essere di pochi millimetri in grotta, non è per niente facile. Spesso bisogna essere molto fortunati e ci sono gruppi di speleologi che li studiano appositamente.


-Ma vi appendete alle corde nel vuoto?-


Certo. E lo fai già anche tu, ogni volta che prendi un ascensore; solo che non te ne rendi conto.


-Ma l’ascensore è sicuro. Le grotte sono pericolose!?!-


E’ molto più pericoloso giocare a calcetto tutti i sabati. Pensate a quante tibie, legamenti, menischi saltano ogni giorno in Italia. Per non parlare poi di quando dobbiamo attraversare la strada, con o senza strisce pedonali…


-Ma perché? Chi te lo fa fare???-


I motivi che potrei elencare sarebbero infiniti e non semplici da definire. Provo ad riportarne qualcuno:


Perché sono stanco dell’odore della plastica dappertutto; perché sono curioso; perché tutte le persone più strane ed incredibili, sono speleologi; perché sottoterra Google maps non ci è ancora arrivato; perché Indiana Jones è un personaggio di fantasia, ma i miei amici speleo sono tutti veri; perché sono veramente amici; perché andare al cinema mi costava troppo; perché andare in profondità nelle cose è sempre meglio; perché da quando vado in grotta, mangio il doppio ma non metto su un grammo; perché ogni volta che torni in superficie, è come rinascere; perché “ne ho viste cose che voi superficiali non potete nemmeno immaginare”; perché ce ne sono ancora migliaia da vedere; perché il contatto con la natura è stupendo; perché non mi è mai piaciuta la playstation; perché si può andare in grotta senza prima dover studiare un libro; perché, al contrario, ci sono una marea di discipline scientifiche collegate e che mi spingono ad aprire i libri con piacere; perché prima di andare in grotta è inutile lavarsi i capelli; perché so che in ogni punto d’Italia c’è una tribù con un moschettone in tasca ed un caschetto in testa, pronta ad accogliermi come un fratello; perché passo troppo tempo in giacca e cravatta; perché ogni volta che vedo una strada che non conosco, mi chiedo dove porta; perché qualche migliaio di anni fa le grotte erano le nostre case; perché dopo ogni grotta mi conosco sempre di più; perché rimpiango di non aver studiato geologia; perché dopo aver passato 30 anni al mare, adesso so che mi piace di più la montagna; perché volevo capire cosa vuol dire “troglobio”; perché sono un po’ masochista, ma molto altruista; perché ogni anno c’è il raduno nazionale degli speleologi; perché è l’unico posto al mondo dove posso ascoltare il silenzio più puro; perché l’odore di carburo mi piace; perché adesso non ho nessun timore a camminare fuori da una strada battuta; perché là sotto ci sono monti, fiumi, cattedrali e sculture che nessuno ha mai visto e voglio essere il primo a guardarle; perché sono gli unici posti dove la mano dell’uomo non ha ancora fatto casini; perché il rosso della mia tuta mi piace; perché di solito quella tuta è così sporca che non ricordo più di colore sia; perché la vita in grotta è meglio di un film; perché se potessi tornare indietro, inizierei ad andare in grotta a 16 anni; perché mi piace il rumore dei moschettoni che si chiudono; perché mi piace conoscere cose nuove; perché adesso ho sempre troppe cose da fare; perché nessuno si chiede mai esattamente per quale miracolo giriamo un pomello e l’acqua sgorga dal rubinetto; oppure… semplicemente perché mi piace.


Benvenuti!

venerdì 10 febbraio 2012

XXVII CORSO DI SPELEOLOGIA DI I LIVELLO





CARICHE SOCIALI 2012

PRESIDENTE: DI PRIMIO FABRIZIO

SEGRETARIO: GIURA ALESSANDRA

CONSIGLIO DIRETTIVO: BOTTARI PAOLO, DI GIOVANNI LORENZO,
DI SANTE SERENA, GIURA ALESSANDRA, PROSPERI MARCO

COLLEGIO SINDACI: CENTOBENE LUIGI, D'URBANO AURELIO, PANTALONE SABRINA

RESPONSABILE MAGAZZINO: PIETROLUNGO GIUSEPPE, PROSPERI MARCO

RESPONSABILE BIBLIOTECA: VANNELLA STEFANO, BEVILACQUA ENZO

RESPONSABILE ARCHIVIO FOTOGRAFICO: DI DONATO ENRICO

RESPONSABILE CATASTO: CASSANO GIANLUCA

RESPONSABILE PROGETTO MAJELLA: DI GIOVANNI LORENZO

RESPONSABILE DIDATTICA SCUOLE: MASCIANTONIO SERENA, PANTALONE SABRINA,
BERARDINELLI CINZIA

RESPONSABILE FSA: DI PRIMIO FABRIZIO, PROSPERI MARCO

RESPONSABILE SPELEOLOGIA URBANA: DI PRIMIO FABRIZIO, BEVILACQUA ENZO

RESPONSABILE SITO INTERNET: REPETTO MARCO

domenica 5 febbraio 2012

Progetto Majella e Rifugio Manzini, l'articolo (2008)

NUOVA VITA AL RIFUGIO MANZINI -AGOSTO 2008-





Nell'Agosto 2008 lo Speleo Club Chieti si è messo in prima linea per la sistemazione dei locali del Rifugio Manzini, importantissimo punto di ricovero per gli escursionisti situato a 2523 metri ai piedi di Monte Amaro (Parco Nazionela della Majella).





Coerentemente con quanto concordato con il Comune di Fara San Martino, nelle giornate dell'annuale campo speleologico e in quelle precedenti, sono state impiegate molte delle risorse a disposizione in termini di personale e di tempo per la risistemazione dello stabile. La decisione di prendersi carico di tali oneri è nata tanto dalla necessità di usufruire di un locale funzionale ed accogliente ai fini dello svolgimento del campo speleologico, quanto dalla volontà di restituire alla montagna e ai suoi visitatori una struttura indubbiamente di grande fascino e indiscussa utilità. Si ricorda infatti che il rifugio Manzini ha subito anni di degrado per cause naturali e soprattutto per l’incuria di alcuni escursionisti che hanno portato all’inesorabile disfacimento di importanti componenti della struttura.






Alcune immagini del Rifugio Manzini prima della realizzazione dei lavori





























Tra i partecipanti al campo si sono proposti dei volontari con le opportune competenze e capacità, anche sulla base dell’ambito lavorativo. Questi si sono occupati della individuazione dei danni e della priorità degli interventi, della scelta dei materiali e infine della messa in opera dei singoli lavori.




Gli interventi apportati alla struttura sono stati ovviamente in precedenza comunicati, valutati e approvati dalla amministrazione comunale di Fara San Martino e dall’Ente Parco. I materiali impiegati sono stati forniti o acquistati con il contributo del Comune di Fara San Martino, per un totale di 11 quintali, e successivamente elitrasportati con i mezzi aerei del Corpo Forestale dello Stato.




Elitrasporto materiali con i mezzi aerei del Corpo Forestale dello Stato













Gli interventi apportati alla struttura possono essere così sintetizzati:





- installazione nuova pompa e serbatoio in polietilene con annessa struttura di supporto;














- risistemazione impianto idraulico;













- dismissione serbatoio in eternit;




- installazione di pannelli fotovoltaici e accumulatori e realizzazione dell’impianto elettrico e di illuminazione a 12V;



















- risistemazione dei danni alle strutture murarie interne e degli infissi nel locale invernale;
























- realizzazione di una struttura removibile realizzata con tubi di acciaio e tavole di legno per l’ottenimento di circa venti posti letto nel locale invernale;














Divisorio in legno all’ingresso dei locali invernali









- sistemazione di panche, tavole, scaffali e altro mobilio;















Altri interventi ritenuti urgenti da segnalare riguardano la sistemazione definitiva del tetto del rifugio. A causa degli agenti atmosferici intensi, infatti, risultano mancare molti pannelli in lamiera di copertura con il conseguente rapido degrado delle tavole di legno sottostanti. Il rischio in caso di ritardo degli interventi di manutenzione è che possa rapidamente sopraggiungere il degrado localizzato delle travi (gia in essere), ovvero della struttura portante della copertura, oltre all’ulteriore smantellamento delle componenti più esterne.
Tale lavoro di manutenzione consisterebbe nella sostituzione delle tavole di legno già rovinate e nella fornitura e posa in opera della guaina isolante protettiva, oltre ovviamente alla aggiunta dei panelli mancanti.